Sopra: fatto per noi dai bambini del FAID.
Maggio 2022: viaggio in Libano, dopo una lunga assenza
Cari amici e sostenitori,
a fine maggio due nostri volontari hanno trascorso dieci giorni in Libano, dopo un’assenza di oltre due anni. Dobbiamo purtroppo riferire che la situazione nel Paese è drammaticamente peggiorata; è difficile descrivere la miseria e la penuria che la popolazione deve affrontare.
I servizi forniti dallo stato sono sostanzialmente scomparsi. L’elettricità manca quasi del tutto (meno di un’ora al giorno nella capitale Beirut, a ore non prevedibili), non c’è acqua potabile né trasporti pubblici. Degli amici ci hanno detto che la polizia non interviene quando viene chiamata perché non ha benzina. I semafori sono spenti. Le medicine non si trovano o sono troppo costose. Il settore bancario è collassato; anche chi ha denaro non può prelevarne oltre un certo limite, arbitrario e variabile. La moneta libanese ha perso quasi tutto il suo valore ed è estremamente volatile. Chi può ha lasciato il Paese o sta cercando di farlo.
Fino a 2019, 100’000 lire libanesi valevano circa 70 dollari (65 euro), cioè erano una somma rispettabile, sufficiente per fare una bella spesa di carne, verdura, frutta eccetera. Ora 100’000 lire valgono meno di 3 dollari (2,8 euro) e non bastano per comprare un gelato. Gli stipendi, ovviamente, sono rimasti invariati: chi prima aveva un salario decente, anche se modesto, ora guadagna l’equivalente di 30 o 40 dollari al massimo. Molti beni di prima necessità sono importati, primo fra tutti il carburante, necessario per i trasporti e per i generatori di elettricità – da qui l’aumento vertiginoso dei prezzi di cibo, medicine, trasporti ed elettricità. I condominî hanno generatori privati che vengono accesi a orari prestabiliti, così che coloro che non possono salire le scale devono uscire e rientrare secondo gli orari del generatore per usare l’ascensore. I frigoriferi sono inutilizzabili.
Moltissimi negozi e ristoranti sono chiusi; c’è molto meno traffico di prima; di notte la città è al buio. Giovani e ragazzini rovistano nei cassonetti dell’immondizia alla ricerca di oggetti da rivendere o di rottami metallici. Ci sono molti mendicanti, giovani e anziani. Il moderno centro della città vicino al Parlamento, completamente ricostruito dopo la guerra civile e un tempo pieno di negozi eleganti e ristoranti costosi, è ora sbarrato e completamente deserto, sorvegliato da soldati sottopagati.
Le elezioni del 15 maggio hanno portato in Parlamento alcuni volti nuovi e molti della vecchia guardia. Si può solo sperare che le cose migliorino.
Naturalmente, nel Paese c’è ancora una minoranza di ricchi, per cui in alcune zone si vedono auto di lusso e ristoranti pieni.
I nostri volontari hanno visitato il FAID, una scuola per bambini sordi, e due asili per bambini rifugiati. Sosteniamo queste istituzioni da molti anni.
- Quest’anno il FAID ha più di 80 alunni, dall’asilo alle superiori, e funziona dal lunedì al giovedì per ridurre i costi. Circa 30 bambini – maschi e femmine – sono convittori e dormono a scuola 3 notti a settimana. Un appezzamento vicino è stato trasformato dal custode della scuola in un orto, con verdure e polli, oche, conigli e capre. La scuola sopravvive grazie a donazioni (anche da parte di grandi organizzazioni come l’UNICEF) di denaro e cibo, visto che il governo ha cessato tutti i finanziamenti. Poiché le difficili condizioni di vita si ripercuotono anche sui bambini, per offrire loro un po’ di tregua gli insegnanti vorrebbero organizzare un ‘campo estivo’ a luglio, in cui gli alunni (divisi in due turni) trascorrono cinque giorni e notti nella scuola e svolgono attività di svago.Abbiamo donato 3600 euro, per coprire il vitto e il carburante del campo estivo per i due turni (10 giorni e 60 bambini in totale) e una gita in pullman. Inoltre, abbiamo finanziato una nuova pompa dell’acqua per la scuola (220 euro) e fatto alcuni lavori di piccola manutenzione (40 euro di materiale).
- Abbiamo anche donato 1700 euro all’asilo del campo profughi di Chatila a Beirut e 1700 euro a quello del campo di Burj el-Shemali a Tiro, nel sud del Libano, gestiti dall’associazione Najdeh, per le spese di gestione e l’acquisto di materiale didattico per i bambini. Grazie a un sistema di pannelli solari e batterie, i due asili hanno elettricità tutto il giorno. Le maestre sono eccezionalmente attive, motivate e piene di risorse, sfruttando al meglio i mezzi sempre più ridotti di cui dispongono. A Burj el-Shemali ci hanno anche preparato un ottimo pranzo palestinese!
Desideriamo ringraziare di cuore i nostri generosi donatori per il loro continuo sostegno.
Riassunto: donazioni agli istituti sostenuti in Libano, spese (euro)
Maggio 2022 |
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Donazione al FAID per il ‘campo estivo’ |
3600.00 |
FAID: pompa dell’acqua e materiali |
260.00 |
Donazione ai campi rifugiati (Associazione Najdeh) |
3400.00 |
Totale |
7260.00 |
Sotto: al FAID, con bambini e insegnanti.
Negli asili dei bambini di famiglie rifugiate: le classi, le maestre, un volontario che si appresta a godersi un ottimo pranzo, e le bolle di sapone, che riscuotono sempre un grande successo.
L’orto del FAID:
Qualche lavoretto fatto dai volontari: